venerdì 22 gennaio 2010

Navigando in solitario...

La paura c’è, ma è un’emozione che deve essere governata: fra la paura e il panico c’è solo un sottile diaframma, un confine che un navigatore solitario non deve mai oltrepassare. Quindi, già prima di abbandonare la riva, le tensioni devono essere metabolizzate, si deve essere certi che qualunque cosa accadrà la si farà franca.
Si deve - insomma - credere in se stessi, nei mezzi che hai a disposizione, nelle tue intuizioni, nella voglia di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Qualche volta lo sconforto ti aggredisce, per batterlo è necessario armarsi di fierezza e umiltà.
Attimi infiniti, nei quali si pensa di essere a limite.
In questi frangenti è fondamentale sapere di essere fisicamente e psicologicamente fortissimi.
Per viaggiare da soli fra le onde degli oceani, si deve pensare positivo, sradicare al primo accenno i germogli di pessimismo che qualche volta si fanno capolino nei meandri più remoti dell’anima, smuovere i sentimenti, far leva sulle motivazioni che ti hanno messo su questa barca.
(Gaetano Mura navigatore solitario)

Perché, fondamentale principio evolutivo nella grande traversata della nostra vita, si sa che alla fine il rischio più grande di tutti è non prendersi rischi.
(questo lo dico io)